Che sia consumato ristretto, corto o lungo, il caffè in Italia ha una lunga e gloriosa tradizione, costruita anche attraverso le specialità locali come il bicerin, storica bevanda tipica piemontese da non confondere con l’omonimo liquore.
Proprio il delizioso drink a base di caffè, cioccolato e crema di latte è diventato uno dei simboli di Torino: conosciamolo meglio attraverso la sua affascinante storia e impariamo a prepararne uno per gustarlo comodamente a casa.
Storia del bicerin
“Bicerin” è un termine dialettale piemontese che significa “bicchierino” e si riferisce a un piccolo contenitore in vetro senza manico, poggiato sul classico piattino in ceramica. La bevanda, infatti, prende il nome dal calice in cui è servito secondo la tradizione.
Il drink è l’erede della settecentesca bavareisa, i cui ingredienti erano caffè, cioccolato, latte e sciroppo, rigorosamente serviti separatamente e mischiati poi dal cliente. A partire dall’Ottocento si diffondono tre varianti di bicerin: pur e fiur (una preparazione simile al cappuccino composta da latte e caffè), pur e barba (cioccolato e caffè) e ‘n poc ‘d tut (che significa “un po’ di tutto”), la versione di maggior successo con tutti gli ingredienti, arrivata ai giorni nostri.
Bicerin, simbolo di Torino
Il bicerin è stato preparato per la prima volta nella storica caffetteria di Torino “Caffè Al Bicerin”, che decise di legare indissolubilmente il proprio nome al drink, visto il grande gradimento.
Ecco come si presenta oggi lo storico Caffè Al Bicerin di Torino
La diffusione della bevanda è stata inizialmente agevolata dalla posizione del locale in cui è stata inventata, di fronte all’ingresso del Santuario della Consolata. Il bicerin, infatti, è stato un nutriente sostegno per i fedeli nelle domeniche dopo la messa e durante i periodi di digiuno quaresimale.
Ben presto anche altre caffetterie di Torino iniziarono a preparare e a servire la nuova miscela, contribuendo a farla diventare uno dei simboli della città. Dal 2001, il governo italiano ha inserito il bicerin nella lista di prodotti agroalimentari tradizionali.
Ammiratori illustri
Ad amplificare il successo e la diffusione della storica bevanda piemontese hanno contribuito personaggi illustri, noti ammiratori della deliziosa specialità come Camillo Benso Conte di Cavour, Giacomo Puccini, Pablo Picasso.
Per Alexandre Dumas padre, il bicerin era una delle bellezze imperdibili di Torino.
Erminio Macario era un vero e proprio fan del drink, che spesso consumava in compagnia di altri attori, tra cui Carlo Campanini.
Ernest Hemingway ha riservato un posto alla bevanda nella sua personale lista delle cento cose del mondo da salvare a tutti i costi.
Umberto Eco dedica alla specialità piemontese e al Caffè Al Bicerin uno spazio ricco di particolari nel suo romanzo storico “Il Cimitero di Praga”.
Bicerin: ricetta
Secondo la tradizione, il segreto per gustare il vero bicerin è non mescolarne gli ingredienti, in modo che si uniscano direttamente sul palato sapori e temperature differenti.
Scopriamo come preparare il bicerin per assaporare anche a casa la storica specialità torinese.
Ingredienti
- 200 ml di espresso. Per la preparazione di questa bevanda, consigliamo una miscela pregevolmente aromatica come l’Arabica 100% per moka, recentemente premiato nel più importante concorso internazionale per caffè.
- 200 gr di cioccolato fondente.
- 50 ml di panna fresca.
- 30 ml di latte fresco intero.
- 2 cucchiai di zucchero.
Preparazione
- Prepara il caffè con la moka e, intanto, fai squagliare il cioccolato fondente in un pentolino con il latte.
- Versa lo zucchero nel pentolino e mescola fino a quando la crema sarà liscia.
- Metti la crema nel bicchierino e aggiungi il caffè.
- Monta la panna fresca con un po’ di zucchero e completa il bicerin, pronto per essere assaporato ben caldo.
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