Oggi scopriamo tre tipici caffè regionali della nostra amatissima penisola.
La bevanda nera più amata dagli italiani e simbolo dell’Italia stessa in tutto il mondo è iconicamente rappresentata da una bollente tazzina di caffè, con o senza zucchero. Nient’altro.
Eppure esistono numerose modalità per preparare e degustare il caffè. Comprese le specifiche versioni regionali che nel corso del tempo si sono ispirate al caffè espresso nella sua versione classica, modificandola e rendendola una bevanda unica e ben riconoscibile.
Come il caffè in ghiaccio leccese, del quale abbiamo scoperto storia e preparazione. Oppure come il Bicerin, il caffè piemontese citato in un altro articolo. Siamo pronti per scoprire altre versioni regionali. Da quelle più note e rinomate a quelle meno popolari ma ugualmente interessanti: chiedile al bar se ti trovi nei luoghi in cui sono nate.
1 – Caffè napoletano
Si dice che il caffè a Napoli non sia solo una bevanda, ma che il caffè napoletano sia rappresentato dal rituale che lo costituisce: caffè caldissimo, anzi bollente, tanto che per freddare un po’ la tazzina viene lasciato scivolare un po’ di caffè sul suo bordo col cucchiaino.
Ma la caratteristica principale è rappresentata dalla tipologia di caffè con cui è preparato un tipico espresso napoletano: contiene una percentuale importante di Robusta, oltre all’Arabica. Ciò conferisce quel gusto amaro e quel corpo cremoso tipici del caffè partenopeo.
2 – Caffè valdostano
Caratteristica dell’espresso della Valle D’Aosta è il suo contenitore: non la tipica tazzina di ceramica o vetro, ma una ciotolina di legno di noce o di acero, nonché appositi beccucci da cui gustarlo. Accompagnano l’espresso valdostano ingredienti come la grappa e il liquore locale genepì, la scorza di limone, i fiori di garofano e la cannella.
3 – Caffè padovano
La menta è protagonista di quello che sembra un caffè con panna e una spolverata di cacao. Nell’espresso padovano infatti viene aggiunta la menta in foglioline come da ricetta originale della storica caffetteria padovana Pedrocchi che lo inventò nell’Ottocento, oppure con sciroppo di menta nelle versioni più moderne. Certamente da provare!
Attraverso questa carrellata il nostro amato caffè si mostra sempre più versatile e capace di abbinamenti tanto azzardati quanto azzeccati. Scopri insieme a noi, sul blog, altre varianti regionali nei prossimi articoli.